Descrizioni Fragranze

Amai Arashiyama

In apertura un pompelmo succoso fa da apri pista al rotondo accordo di Bambù.
È un gioco di chiari scuri molto sottile, una fragranza che rilassa ma si trasforma in qualcosa di più, una racconto meditativo gioioso.

La caratteristica di questo accordo è che si mescola alla canna da zucchero, ed è stato come inserire un piccolo tuffo al cuore, come voler ricordare che Arashiyama è un posto leggiadro, dove i nostri pensieri si fanno flessibili, fluidi.

Amai Arashiyama vuol dire Dolce Arashiyama, questo luogo è la foresta di Bambù più celebre al mondo e si trova in Giappone nella zona di Kyoto.

Non immaginatevi un profumo dolciastro, piuttosto un acquerello ben calcato di contrasti delicati.

Una piccola nota di Rabarbaro fa in modo che la composizione sia più interessante, contribuisce all'evoluzione naturale della stessa e sferza come un tonico.

Legno di cedro, Incenso ed Ambra rilasciano quella profondità di cui a mio parere ogni profumo necessita.

Ma non solo: gli elementi naturali e le assolute che ho voluto utilizzare rendono tutto vivido e cangiante.
Come per esempio l'assoluta di Pino del mediterraneo, che emana un calore tutto suo, come quello che percepite nella maremma tornando dalla spiaggia una sera di luglio.

Vanicocca

La costruzione della gioia pone le sue fondamenta nella ricerca ossessiva di una vera albicocca da accarezzare, nella quale affondare i denti, sulla quale strofinare il naso. 

Immaginate questo fortunato tentativo come una scultura di questo frutto, un profumo tridimensionale dove gli animi arrivati in porto assetati possono finalmente rasserenarsi e attingere dal nettare.

Vanicocca è una fragranza felice e solare nella quale sentire bene il bacello di vaniglia che si squaglia sulla pelle.

La trovereste tra i gourmand se solo non fosse per quella assoluta di osmanto che la solleva immediatamente dalla superficie per farla volare più in alto, nei giardini tropicali ricchi di stami e frutti.

È un'equazione semplice:

albicocca realistica+vaniglia bacello

+assoluta di osmanto=

E S T A S I 

del cuore, del corpo e dello spirito

In realtà contiene centinaia di elementi che sono serviti per dare questo effetto.

Un Ciliegio sul Mare 

Appena vaporizzato spunterà una deliziosa fragolina di bosco con la sua allegria e la sua eterna giovinezza che verrà presto incorporata dalla seducente mandorla ricoperta da una cascata di petali: non son petali di rosa ma morbidi petali di fiori di ciliegio imbevuti di eliotropina, pittoresco condensato della bella stagione nell’inconscio di ogni essere terreno. 

Le note di fondo cantano in un unisono seducente: è l’estate che fa capolino per infondere solo una piccola brezza, così piccola che viene voglia di saperne sempre di più, come quando si trova una bella conchiglia sulla spiaggia e ci si appoggia l’orecchio per vedere se è vero che si sente il rumore del mare.

L’apertura data dalla fragolina di bosco è un omaggio alla montagna, la chiusura sulle note salate un omaggio al mare.

L’immaginazione vuole che questo ciclo passi dalle vette alle pianure proprio come simbolo di vita che scorre dalla sorgente per poi disperdersi negli abissi delle acque salate.


Ciò che esiste in mezzo alla nascita e alla morte è la vita, cuore del profumo, e qui è raccontata attraverso l’amabilità di questa pianta che ne è il perfetto emblema.


Un cuore morbido, carezzevole, dolce quanto basta per aprire i nostri cuori alla pienezza dell’esistenza, della consapevolezza di essere presenti solo in questo momento, della
relatività del tempo che passa e che è sempre relativo, della perfetta condizione di fragilità nella quale ognuno di noi si trova, una tenerezza disarmante in tutta la sua potenza.

 

 

Un Assenzio

Già dal primo effluvio ci sentiamo immersi in una freschezza color foresta che ci parla di elementi naturali al cento per cento. Questo è un racconto destinato agli amanti dei profumi della natura poi ché le sue dense resine ci incantano fino alla fine tenendoci immersi in un’atmosfera decisamente aromatica e fougére. Nel cuore si sviluppa un gioco che è stato costruito su 3 tipi di assenzi estratti in modo differente: tra l’amaro, il dolce, l’ipnotico e il tonificante questo mix ci invade come fosse una pozione avvelenata dalla quale però attingere per sentire l’olfatto nutrito. 

In un certo senso la si percepisce come una fragranza dark per via della sua profondità e delle sue caratteristiche yang, che appartengono al fuoco.

L’assenzio, il cui nome scientifico è Arthemisia Absinthium, deriva dal greco “apsìnthion” che significa “privo di dolcezza”. 

Questa fragranza in versione Parfum al  21% vuole raccontarvi però un assenzio intriso di meraviglie botaniche dagli agrumi alle resine per poi passare per il legno di rosa e finire nelle radici di Vetiver. Vuole essere la porta per entrare in un mondo in verde/nero dove l’energia della natura la fa da padrona 

 

 

Burro di Jophiel

Le note di testa, con il loro armonioso canto leggermente floreale e ristorato da minuscoli agrumi di velluto, vi avvisano che sta per scoppiarvi un cuore di meraviglia attraverso le narici. Un cuore che narra di un angelo e che non poteva che risultare che celestiale: abbiamo iris e violetta completamente intrisi nel burro e rallegrati da un goloso connubio di lampone e fragola. Abbiamo l’eliotropio che si trascina dietro qualche bianco petalo di acacia fino alle note di fondo dove un mix delicatamente muschiato e orientale fa persistere la composizione senza spingerla in nessun modo verso sentori irruenti.

La chiave di questa piramide è la potenza della sua delicatezza, che la rende leggera ma bene presente dall’inizio alla fine.

Jophiel, che significa “bellezza di Dio”, è l’Arcangelo protettore degli artisti e veglia su i nostri pensieri: ci aiuta a trovare la meraviglia della vita fuori e dentro di noi e di riflesso ci indica la via per materializzare bellezza, creatività e luce nelle nostre esistenze. 

Quando ho realizzato questo profumo così buono e così divinamente rasserenante il nome si è incollato da sé sulla bottiglia, mi è apparsa subito la visione di un angelo protettore ed è stato naturale chiamarlo così. 

Burro di Jophiel è come un balsamo curativo per le nostre anime in pena, le note in esso contenute sono preziose, come per esempio il burro e il resinoide di iris o i semi di ambretta, come preziosa è la voglia di fare e di creare, la creazione è il mezzo attraverso il quale Jophiel ci vuole spingere a portare splendore nel mondo.

La preziosità viene stemperata da leggerissimi petali bianchi di acacia che simboleggiano la speranza di una vita ultraterrena ma anche da quel tipo di innocenza un poco peccaminosa data dai lamponi e dalle fragole. 

E’ un mix perfetto per gioire del paradiso che ognuno vorrebbe trovare nel suo presente.

 

Zucchero di Neroli

L'apertura è sfavillante ed è una assolata visione, come ritrovarsi in un viale di alberi di aranci con i loro fiori bianchi che non finiscono mai di iniettare nell’aria la loro generosa voluttà. Questa dolcezza stuzzicante prende ad allargarsi e mano a mano ad ammorbidirsi in un soave connubio tra neroli e gioioso zucchero filato che va infine a tuffarsi e a impregnarsi completamente nel fondo muschiato, vanigliato e benzoinico.. per ricordarci che la felicità in alcune giornate può essere davvero infinita. 

E’una piramide ben equilibrata, con una modesta evoluzione anche se comunque piena di sfumature e con una intensa durata  grazie alla preziosa versione in estratto al 30%.

Questo profumo è stato composto al rientro da un felice viaggio in Sicilia dove ho percepito il profumo delle Zagare più maestose d’Italia nelle località agrumicole che ho visitato. L’ospitalità e l’arte della pasticceria sicule hanno depositato in me un ricordo talmente amabile e goloso da avermi acceso il desiderio di provare a riprodurre queste due caratteristiche sensoriali che mi portavo dietro dall’isola in note olfattive.

E’nato così Zucchero di Neroli. Una fragranza che rimette in circolo l’ottimismo lasciandoci intrisi di sorrisi e sazi di sensuali fiori bianchi. 

Questa essenza mi riporta anche alla mente un’adolescente che gioca a fare ancora il bambino e se ne esce dal Luna Park con un pupazzo vinto in qualche tiro a segno e le mani appiccicose di qualche leccornia della quale non si può proprio fare a meno quando ci si reca ai baracconi. 

La Mandorla e il Cocchiere


In questa composizione la Mandorla la fa da padrona. Una mandorla nobile, pura.
È presente nelle note di testa vestita in verde chiaro e contornata da spezie preziose.
Nel cuore si scatena tutta la fioritura e la dolcezza della pasta di mandorle, è un cuore
irresistibile per chi ama il marzapane, è un cuore irresistibile per chi ama i contrasti che si
fondono. Arriva il cocchiere, vestito di balsami, resine e sogni orientali.
La scia è sensuale e piena di evocazioni, una carrozza viaggia veloce tra i rami dei boschi di
castagno, l’odore di lei, l’odore di lui. L’odore di una fiaba che si è trasformata in vento
odoroso per poter essere raccontata perchè altrimenti imprendibile.


Questa è semplicemente la fiaba della Signora Mandorla che adorava farsi portare in
carrozza dal suo Cocchiere.
Tra di loro non si capì mai cosa ci fosse, tutto ciò che ne rimane è il mistero ammaliante
delle tracce lasciate da un animo un poco esuberante ma non troppo, una donna raffinata,
vivace, dal sorriso giocondo.
Una donna dalle vesti di pizzo che richiama quei piccoli sotto dolci chiari.
Una donna che ha imparato la felicità nel nutrirsi delle sue stesse gesta.
Una donna dalla pelle lattea, sola e silenziosa come la neve quando cade.
E’ una neve debole, che lascia intravedere la primavera.
I primi fiori appaiono ancor prima dei timidi steli d’erba ma ancor prima appare l’odore di quel
verde che dorme sepolto da una coltre di candida meraviglia. Qui la neve è la mandorla, il
fiore è del mandorlo e del ciliegio, e l’oriente viene portato dal maschile: Il Cocchiere, l’eroe
moderno, l’uomo che accoglie la sua parte terrena e solare, l’uomo rappresentato come
schiavo d’amore, come un vascello pronto a portare a spasso la sua adorata Mandorla,
cercando di portarla in salvo dalla noia delle giornate pigre. Egli non sa che lei non ne ha
bisogno, che è già salva nella sua solitudine, ed è proprio questo il punto che invoglia di
spruzzare ancora e ancora: Mandorla sussiste e sorride, lasciando al Cocchiere l’illusione che il merito sia suo.